Ance 2016: costruzioni ferroviarie le più richieste all'estero

Le costruzioni ferroviarie guidano il boom del made in Italy
Il sistema italiano delle costruzioni continua a svilupparsi all’estero. E proprio le costruzioni ferroviarie costituiscono il fiore all'occhiello del Made in Italy oltre confine.
Lo sottolinea il Rapporto Ance 2016 che, presentato il 4 ottobre alla Farnesina, analizza la presenza nel mondo delle maggiori imprese italiane di costruzione.
Significativi i dati delle 38 maggiori imprese italiane di costruzione. Per l'undicesimo anno consecutivo il loro fatturato fuori dai confini nazionali è in cresciuto: 12 miliardi di euro nel 2015, con un aumento del 14,5% rispetto all'anno precedente e del 286% rispetto al 2004.
E se si guarda ai settori, a fare la parte del leone, con un quarto delle commesse totali, è ancora una volta il settore ferroviario, punta di diamante dell'intero comparto delle costruzioni, seguito dalle opere stradali (22%), da quelle idrauliche (15%) e dall'edilizia (8%).
Il successo delle costruzioni ferroviarie
Commenta il presidente di Generale Costruzioni Ferroviarie Edoardo Rossi: "Il risultato conseguito da GCF, quindicesima nella classifica generale Ance e prima tra quelle che si occupano esclusivamente di costruzione ferroviaria, è certamente frutto dei cospicui investimenti effettuati ed in atto in macchinari e tecnologie di punta. Nei Paesi Europei ed extra Ue in cui stiamo operando ci vengono riconosciute esperienza, competenza e competitività sia tecnologica che economica. In molti Paesi, inoltre, i nostri cantieri costituiscono anche un forte volano di sviluppo per l'occupazione e le imprese locali. Questi fattori ci hanno consentito di consolidare mercati esteri importanti, come la Francia, e di penetrarne di nuovi, come la Danimarca o la Svizzera".
Il contributo delle imprese italiane allo sviluppo locale è stato sottolineato anche dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni: "Uno degli elementi che fa apprezzare le nostre imprese di costruzione all'estero è che non si presentano con pacchetti "chiavi in mano" per poi sparire ma, al contrario, sanno valorizzare il personale e le imprese locali, contribuendo così alla crescita anche del loro know how".
Per l'Ance il vice presidente Giandomenico Ghella ha rimarcato come la globalizzazione delle imprese italiane all'estero ormai "sistemica": " Le nostre imprese di costruzione - ha evidenziato - sono sempre più competitive e tecnologiche e in grado di penetrare nei mercati più sviluppati, come dimostra il consolidamento nei paesi Ocse".
L'impatto delle costruzioni sul PIL
Lo stesso Ghella ha voluto inoltre rilevare come l'azione all'estero delle Top Ten italiane abbia un fortissimo impatto sul Pil nazionale.
Come confermato da uno studio del Cresme, una commessa all'estero da un miliardo di euro genera un impatto diretto sul PIL italiano di 345 milioni, considerando la remunerazione delle risorse umane, le spese di supporto per i cantieri, l'utile lordo sui lavori, i servizi e l'acquisto di input da aziende italiane.
Applicando questo moltiplicatore ai 12 miliardi di fatturato prodotto all’estero dalle imprese italiane, emerge che nel 2015 l’impatto diretto complessivo sul PIL nazionale è stato di circa 4,1 miliardi di euro, di cui oltre 1 miliardo deriva proprio dalle imprese di costruzione ferroviaria.
I dati più significativi di Ance 2016
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