Ance 2018: il made in Italy continua a crescere

Ance 2018: per i costruttori continua il trend di crescita

GCF salda al 15° posto, prima  tra le specialistiche

Primi costruttori di ferrovie a rappresentare l’Italia all’estero. E al quindicesimo posto assoluto nella classifica nazionale 2018 stilata dall’Ance sulla presenza delle imprese di costruzione italiane nel mondo. GCF consolida il proprio ruolo di eccellenza in qualità di specialistica dell’armamento ferroviario e la propria funzione di traino nello sviluppo economico.

Presentato lunedì alla Farnesina dal Presidente Buia e dal vice Presidente Ghella – presenti oltre 40 ambasciate estere – il Rapporto Ance 2018 evidenzia per il tredicesimo anno consecutivo la grande vitalità sui mercati esteri delle imprese italiane di costruzione: 46 imprese che rappresentano circa un terzo dell’intero plafond di contratti esteri siglati da aziende nazionali.
Lusinghieri i dati, come sottolineato nel saluto di apertura dal ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Enzo Moavero Milanesi che ha riconosciuto alle imprese di costruzione “un ruolo di responsabilità importante nel contribuire alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro”.

Costruzioni, in crescita all'estero da 13 anni

Complessivamente, le imprese di costruzione italiane sono presenti in 92 Paesi con 811 cantieri, per un valore totale di oltre 82 miliardi e un portafoglio lavori stabile a oltre 51 miliardi. Cui si aggiungono contratti di concessioni per oltre 25 miliardi di euro, acquisite anche in partnership con le imprese straniere. Rispetto al 2004, quando la produzione estera era di circa 3,1 miliardi, il fatturato consolidato estero dei costruttori italiani è quintuplicato, raggiungendo nel 2017 i 14,4 miliardi di euro.

La necessità di riposizionamento nei mercati più stabili dell’Ocse (da questi arriva più della metà delle commesse) e del G-20 non solo non ha frenato il trend di crescita - media annua 9,3% - ma, anzi, il 2017 ha visto anche un forte aumento delle acquisizioni di nuove commesse: 298 nuovi lavori per un controvalore complessivo di 17,4 miliardi, 3,5 miliardi sopra la media 2007-2017.

Il Peso dei costruttori

Per quanto riguarda le tipologie di costruzione, il 2017 conferma al primo posto le commesse all’estero relative a strade e ponti che, con 112 cantieri, ammontano a 19 miliardi di euro, il 22,9% del totale.
La costruzione di metropolitane continua a costituire un settore di punta per le imprese italiane: 15 miliardi di euro di portafogli lavori - il 18,3% del totale – con 43 cantieri in Europa e nel mondo.
Seguono a ruota le ferrovie: 59 cantieri del valore complessivo di 11,6 miliardi di euro rappresentano il 14% del portafoglio complessivo.
Tra i segmenti trainanti, con importi sui 10 miliardi di euro, ancora gli impianti idroelettrici (dal 16,9 del 2016 al 13% del totale) e l’edilizia, residenziale e non: 12 % del totale del portafoglio lavoro.

Per ciò che concerne la classifica dei costruttori – che vede ancorata saldamente al 15 posto la GCF, prima tra i costruttori specialistici del ferroviario – è significativo il rapporto tra fatturato nazionale ed estero.
Alla diffusione della presenza del made in Italy nel mondo e all’aumento di commesse e cantieri esteri fa riscontro la crescita della quota percentuale di fatturato estero in riferimento al valore della produzione: per le aziende di maggiori dimensioni – ovvero sopra i 500 milioni di fatturato annuo – l’estero raggiunge in media l’82,7% del valore, registrando punte fin oltre il 90%.
Per le imprese appartenenti alla classe di fatturato compreso tra i 251 e i 500 milioni l’estero rappresenta circa il 40% del fatturato complessivo e, soprattutto, costituisce un fondamentale fattore di crescita dimensionale. Non a caso sta aumentando il numero delle aziende che investono oltreconfine e il peso delle attività estere è in costante crescita anche per le piccole e medie imprese con fatturato inferiore ai 100 milioni.

“Alla crescita del fatturato estero – ha sottolineato con forza  il vice presidente Ance, Giandomenico Ghellaha fatto da contrappeso la costante diminuzione del fatturato nazionale del 3,3% annuo. Questo significa che le imprese italiane – che possiedono le qualità e le competenze per potersi affermare anche in mercati fortemente complessi e competitivi come all’estero – hanno necessità, a casa loro, di una cosa soltanto: un’efficace e decisa politica di semplificazione delle regole per ridurre i tempi amministrativi, velocizzare le procedure e accelerare la spesa”.

Rapporto Ance 2018: i dati